Con i suoi tre gol ha sconfitto il Brasile diventando un eroe nazionale. Rossonero per una stagione, ha lasciato un ricordo griffato da una doppietta nel derby.

DI MATTEO ANOBILE

Questo 2020 è davvero maledetto, dopo aver portato via Diego Armando Maradona, il 9 dicembre 2020 ci ha sottratto Paolo Rossi,aveva 64 anni, classe 1956.
Era un centravanti d’area di rigore , il classico rapace non era lui ad andare verso la palla, ma il contrario.
Italianissimo con quel cognome, il più popolare nel nostro paese. La sua estate è quella del 1982, Bearzot lo aspetta si fida di Paolo Rossi e lo convoca per i mondiali iberici.
Pabilito come tutta la squadra stenta, il primo turno viene superato con tre miseri pareggi contro Polonia, Peru’ e Camerun. Il secondo girone (a tre) mette di fronte le massime potenze del Sud America, l’Argentina e il Brasile. Il 5 luglio contro il Brasile è il suo giorno, il Nou Camp di Barcellona la sua Arena, “mata” i verdeoro con una tripletta, l’ultima volta che l’Italia sconfisse il Brasile.
Alla fine della competizione realizzerà altri tre gol, due alla Polonia in semifinale e uno alla Germania in finale. Oltre alla coppa del mondo, si aggiudicò anche il pallone d’oro 1982.
Tre anni dopo su volontà di Farina (che lo lanciò a Vicenza) venne anche a Milanello. Le articolazioni delle sue ginocchia erano ormai consumate. Con la maglia rossonerà segnò tre gol, uno in coppa Italia e due in campionato. In un derby del dicembre 85 terminato 2-2, dove prima Rossi portò in vantaggio il diavolo al 5′, poi Altobelli e Bredy ribaltarono il risultato, ma poi il centravanti toscano riequilibrò le sorti del derby.
La sua carriera terminò a trentadue anni, per via delle ginocchia che non ne volevano sapere.
L’Italia ha perso un pezzo di storia, ora sarà lassù con Bearzot e Scirea sopra una nuvola a scrutare il mondo come faceva in campo con i difensori.

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