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Il Milan vince anche in 10. Benevento piegato

Il Milan vince 2-0 a Benevento e si porta di nuovo in testa alla classifica sorpassando i cugini nerazzurri che nel primo pomeriggio avevano vinto 6-2 contro il Crotone di Giovannino Stroppa. Il Milan, complice l’assenza di Theo Hernandez, schiera terzino sinistro Diogo Dalot, con Kessie e Tonali davanti alla difesa. Il Benevento nei primi 5 minuti subisce le incursioni di Rebic e Brahim Diaz, poi il Milan trova la rete in seguito a uno svarione difensivo, con Montipò che stende in area Rebic. Pasqua indica il dischetto del rigore. Kessie fa uno a zero e Pioli esulta. Ma la reazione del Benevento é veemente, Lapadula e Insigne fanno tremare Donnarumma, poi arriva l’episodio chiave del match: Tonali colpisce un giocatore sannita nel tentativo di recuperare palla, Pasqua in un primo momento lo ammonisce, poi va al Var e cambia il colore del cartellino in rosso. Milan in 10 contro un Benevento in forma. Pioli ridisegna la squadra e toglie il giovane Diaz, tenendo in campo Rafael Leao e Rebic. Il Milan soffre le giocate veloci e i cambi campo, ma va al riposo con la porta inviolata e in vantaggio di un gol.

Si rientra in campo e il Milan trova subito una giocata fenomenale, con Leao che si fa 50 metri di campo, anticipa l’uscita di Montipò, si coordina da vertice sinistro e disegna una palombella straordinaria che vale il 2-0. La panchina esulta, il Milan dopo 56 minuti é avanti di due reti e sotto di un uomo. Il Benevento reagisce, ci prova diverse volte con Lapadula e Schiattarella, ma le conclusioni vengono murate dai centrali o respinte da Gigio Donnarumma. Inzaghi non molla e allora Pioli decide di affidarsi alle ripartenze. I rossoneri sfiorano il terzo gol con Calhanoglou e Kessie (pali), poi nel finale gestiscono alla grande il ppssesso palla, portando a casa una vittoria fondamentale. La squadra di Pioli vince anche in dieci, lo fa anche con un uomo in meno, non subisce gol dagli 11 metri (errore clamoroso di Caprari dal dischetto). Sono segnali importanti, ma ora il Milan ha bisogno di Ibrahimovic, perché quando il gioco si fa duro, i duri devono scendere in campo.

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