Ancora un ko pesante del Diavolo contro la Dea, che vince fuoricasa con un perentorio 3 a zero al Meazza
Ilicic più di Ibrahimovic, Zapata e Muriel più di Mandzukic e Rebic. Detta così, sembrerebbe solo una questione di punte e di realizzazione la debacle in questo anticipo dell’ultima di andata. Quando Milan Atalanta è invece un match che si è deciso a centrocampo. Con gli orobici ordinati e decisi, mentre i rossoneri sono apparsi in confusione tattica e mentale, fuori giri e fuori tempo, sia sulle prime che sulle seconde palle.
Se dobbiamo sintetizzare qual è stata la differenza che si è vista in campo a San Siro tra le due squadre oggi, è che da una parte l’Atalanta è parsa fisicamente in forma da Champions, mentre il Milan era un po’ stanco nelle gambe e nella testa, fiaccato da ferite covid, infortuni e squalifiche.
Il tutto con una direzione di gara a parole conciliante con Donnarumma e compagni, ma nei fatti favorevole al pressing e al gioco maschio e sempre al limite degli avversari.
Gli uomini di Pioli hanno impostato la classica trama monomarcia offensiva, con ragnatela di passaggi e poi spingendo inutilmente sulla sinistra con la freccia Theo Hernandez. Lo spagnolo ha accompagnato le sue volate palla al piede sempre a prevedibili cross per Ibra. Al contrario Gasperini ha ribattuto con cambi gioco frequenti a cercare punte e trequartisti sui vertici dell’area, e con una velocità di trama a sorprendere i rossoneri.
Le assenze dei registi Calhanoglu e Bennacer si sono fatte sentire, con Meite’ e Kessie incapaci di legare i reparti e di dettare i tempi e i ritmi di gioco alla partita. Solo l’ingresso di Brahim Diaz ha fatto scoccare qualche scintilla nella manovra. Nella ripresa Pioli ha tentato il tutto per tutto buttando dentro anche SuperMario e Ante, cioè l’artiglieria pesante contro i fanti nerazzurri. Ma il risultato era stato già segnato da due banali errori difensivi, prima del peraltro promettente Kalulu in marcatura di testa, e poi da un rigore procurato da Frank con una leggerezza, una lieve gomitata in area su una palla alta contesa in uscita.
Bellissimi gli abbracci a fine partita di Rebic e Pioli con Ilicic, ragazzo e campione recuperato al calcio e alla vita. Per il resto Milan Atalanta è una serata da dimenticare, remake del terribile 5 a zero subito a Bergamo. Il Milan è campione d’inverno e noi godiamo ai massimi livelli, ma la strada per diventare una solida realtà a livello delle migliori in Champions League, è ancora molto lunga per i nostri ragazzi. Anche perché le inseguitrici stanno salendo in classifica, e cominciano a crederci.