DI MATTEO ANOBILE
Il compleanno di uno dei piu’ forti fantasti italiani

Se la classe e la fantasia fossero dei requisiti di stato allora Baggio salirebbe al potere con un plebiscito.

Classe 1967, doveva arrivare al Milan già nel 1990, ma Agnelli lo portò alla Juve dalla Fiorentina. In bianconero visse gli anni migliori della sua carriera, pallone d’oro nel 93 e vicempione del mondo a Usa 94.
L’anno successivo, arrivò al Milan a completare il trio delle meraviglie con Savicevic e Weah. Al suo arrivo dovette lasciare il numero 10 al genio optò così per il 18, tutti lo hanno visto come un declassamento, ma si potrebbe vedere come un’unicità in una carriera da numero 10.
In rossonero vi restò due stagioni (95-97) 67 presenze 19 reti, vincendo lo scudetto con Capello nel 1996.
Con l’allenatore friulano ci furono parecchie frizioni, dovute alle molte sostituzioni subite.
Ma nonostante ciò Baggio fece gol anche spettacolari, come con la Samp a San Siro, quando dribblò due avversari e il portiere, una rete alla sua maniera. Oppure al debutto a San Siro nel settembre del 95 su cross di Weah realizzò un gol di testa, una sorta di scambio di ruoli.
La seconda stagione del codino al Milan, fu abbastanza tribolata come tutta la squadra. Le polemiche con Sacchi, dovute agli strascichi di Usa 94.
Baggio a fine stagione in un sondaggio, indetto da Forza Milan, venne eletto il giocatore più amato dai tifosi nell’annata 96/97.
Il fantasista di Caldogno non ha mai rinnegato la sua fede per la seconda squadra di Milano, ma il suo essere semplice e schietto, unito alla sua infinita classe calcistica, lo ha reso un campione trasversale.

share on:

Leave a Response