Non perde ma lascia per strada punti che pesano come dei macigni nella corsa Champions. Il mercoledi, il turno infrasettimanale, é indigesto al Milan, che pareggia su rigore nel finale, ma ripiomba nell’incubo di vedere le altre avvicinarsi al quarto posto. Il Milan prova a giocare, ma sbatte davanti a un muro eretto da Gotti. La squadra nei primi 45 minuti costruisce una sola palla gol, quella di Samu Castillejo, poi niente di piu’. Pioli deve far a meno di Tonali e nella ripresa schiera Meité al fianco di Franck Kessie, anche oggi migliore in campo e motorino di centrocampo. Il Milan prova a sfondare sulle fasce con Hernandez e Calabria, ma in area si sente, e molto, l’assenza di una punta forte fisicamente. Rebic e Leao, in calo, perdono ogni duello con la linea difensiva friulana, in cui Becao e Nyiutinik si dannano l’anima per chiudere ogni pertugio. Il Milan non ci sta, ma sugli sviluppi di un retropassaggio, Theo Hernandez la combina grossa e regala a Pereyra una palla su cui Nestoroski stacca a colpo sicuro. Romagnoli salva sulla linea. Il Milan subisce il colpo e poco dopo subisce anche la rete del vantaggio bianconero. Sul colpo di testa di Becao, Donnarumma interviene male e la palla rotola in rete. Il Milan allora prova a riversarsi nella metá campo, ma Gotti piazza due linee compatte a respingere ogni pallone, con De Paul uomo lepre per le ripartenze. Si fa male Samir, poi Musso para su Kessie e su Meité. Nei minuti finali la spinta del Milan é costante, Leao sbaglia tanto, mentre sull’ultimo cross, quelle palle disperate che si vedono nei finali, arriva un tocco netto di mano. Massa fischia rigore, Kessie lo trasforma e fa 1-1. Per come si era messa é un gol che vale un punto in chiave Champions, ma che non serve a chiudere il discorso Champions, che purtroppo, é ancora aperto. Il Milan dovrá darsi una mossa e tornare a giocare come a Roma, perché nel week end si va a Verona, campo storicamente ostico per il Milan.
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Quando il Milan chiese aiuto all’Udinese