Simon Kjaer ha cooperato con lo staff medico danese per salvare la vita ad Eriksen.

DI MATTEO ANOBILE

Simon Kjaer da quando è arrivato in rossonero (gennaio 2020) ha mostrato di essere una pedina fondamentale in campo e nello spogliatoio.
In campo ha guidato la difesa con una naturalezza di un veterano, conquistandosi la stigma di leader.
Dopo Danimarca-Finlandia è diventato un eroe, Romanin Rolland scrittore francese vissuto tra fine del 1800 e inizio 900, sosteneva che gli eroi erano persone che facevano quello che potevano.

Simon da leader autorevole, quando ha visto Eriksen privo di coscienza ha dapprima iniziato la manovra di disostruzione della lingua, poi ha cooperato nella RCP (Rianimazione Cardiopolmonare) e fatto da scudo al compagno creando un cordone affinchè la situazione restasse “tranquilla”.

In un calcio malato di soldi, smanioso di guadagni da ogni parte, servono questi esempi, leader a 360° che non fanno degli emolumenti annuali la loro ragione di vita.
Da brividi quando è stato sostegno morale della fidanzata di Eriksen, dimostrando di avere un cuore d’oro.

Maldini vuole uomini, non burattini in mano ad agenti esosi, egoisti ed avidi. Probabilmente la fascia di capitano ha trovato un degno interprete che risponde al nome di Simon Kjaer.

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