In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Sacchi ha mosso alcune critiche sulla gestione della partita contro l’Atletico

DI MATTEO ANOBILE

“Fino all’espulsione di Kessie, il Milan stava giocando un ottimo calcio, poi il tatticismo italiano votato alla difesa applicato da Pioli, lo ha condannato alla sconfitta”.

Con queste parole Sacchi sulle pagine della rosea, non ha condiviso le mosse tattiche dell’allenatore milanista.
Parafrasando la costituzione, si puo’ dire che l’Italia storicamente sia un paese votato al catenaccio, Rocco ed Herrera docet.
Sacchi seguendo l’Olanda del 74, ha portato il calcio d’attacco in Italia, seppure non sia stato il primo, ha il merito di essere stato innovatore in patria.

Il mister di Fusignano, ricorda che quando era Ct nel 1994 in Italia-Norvegia, dopo l’espulsione di Pagliuca, riuscì a portare a casa la partita con un gol di Dino Baggio con un calcio propositivo.
D’altro canto è anche vero che parliamo di un calcio di trent’anni fa, dove c’era un altro approccio a questo sport, in ambito metodologico, meno tatticismi, piu’ spazio alla fantasia.
Per uscire da questa diatriba la frase più che mai azzeccata è: parliamo di un altro calcio.

Pioli saggiamente e umilmente, ha risposto che seguirà i consigli dell’Arrigo e ne farà tesoro.
C’è chi la chiama critica e chi la vede come uno scambio di idee che magari col tempo potrà rivelarsi costruttivo.

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