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Pecunia non olet

Inizia l’avventura dell’ex Ct in Arabia Saudita da 25 milioni a stagione.

L’imperatore Vespasiano nel 979 dc , mise una tassa sui bagni pubblici e così giustificò la frase sopracitata, traduzione: i soldi non hanno odore.
L’ex Ct, dopo aver steccato la qualificazione con la nazionale azzurra al mondiale, non ha dato le dimissioni in quanto creditore dell’Europeo vinto. Attratto dalla pecunia, ha lasciato in braga di tela la Figc, scaricando la colpa su qualsiasi cosa evento atmosferico compreso, per i paesi petroliferi.
La nazionale è come la fede religiosa per i credenti, va al di là della questione calcistica, dopo il Papa e vari politici arriva la figura del commissario tecnico.
Disattenderla (per i credenti) è come un attentato ai libri sacri o per i giuristi, come un tradimento alla Costituzione.
In secondo luogo il signore dell’Arabia ha mancato di stile non rispettando un contratto con un significato che va oltre alla rescissione, in quanto rappresentate di un paese ha preferito passare come vittima sacrificale.
Il paragone con Pacciani avrebbe potuto risparmiarselo, poichè fuori contesto e irrispettoso per chi ha perso la vita.
A prescindere dall’amor patrio, con Spalletti sentiremo delle conferenze stampa quantomeno simpatiche.

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