Era un altro Milan sembra di rivivere una storia di 32 anni fa, i protagonisti molto diversi con molto piu’ spessore storico

Correva la stagione 92-93, il Milan è alla seconda stagione con Don Fabio Capello in panchina, il diavolo annoverava sei stranieri, i tre olandesi, piu’ Papin Savicevic e Boban ma ne potevano giocare solo tre.
All’11° giornata c’era in programma Juventus-Milan, Gullit in campionato fino a lì aveva giocato con il contagocce, 4 presenze con 3 reti nelle prime dieci giornata.
Alla vigilia della partita di Torino, negli spogliatoi di Milanello il tulipano scoprì di non essere tra i convocati e prese letteralmente per il collo Capello vennero divisi dagli altri.
Il mister se la segnò e lo escluse dalla finale di Monaco del 1993 preferendogli: Van Basten acciaccato, Papin lo fece accomodare in panchina e Rijkaard.
Gullit e Don Fabio, davanti ai microfoni nella festa scudetto di San Siro con il Brescia non si risparmiarono le frecciatine e alla fine l’olandese andò a divertirsi alla Sampdoria.

Trentadue anni dopo, la vicenda Fonseca-Leao ricorda quella storia, sembrava che i due connazionali avrebbero potuto parlare la stessa lingua in tutti sensi. Ma dal famoso cooling-break è iniziata da prima una guerra silente per poi esplodere a suon di esclusioni del mister verso Leao. La società non si espone, sarebbe utile trovassero una tregua per il bene del Milan, non è bello che i due “contendenti” utilizzino la loro forza mediatica per combattersi.
Sarebbe meglio che entrambi convergano nella stessa direzione per il bene di tutti.

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