Nato ad Amsterdam il 1° settembre 1962, ha indossato la maglia rossonera dal 1987 al novembre 1994, giocatore versatile è partito da centrale, fino ad attraversare il campo e diventare una punta.
Gullit era personaggio sui generis, tant’è che appena arrivato in via Turati (firma del contratto) non sapeva chi fosse Gianni Rivera, aveva il suo stesso numero ed erano sotto la stessa categoria: fuoriclasse.
Il primo anno fu da protagonista, 9 reti fu determinante nella vittoria dell’11° scudetto con la frustata di testa alla Juve al Comunale, il 10 gennaio 1988.
La stagione successiva con un Milan piu’ olandese di Erasmo da Rotterdam, realizzò a Barcellona contro la Steaua Bucarest una doppietta nella finale della Coppa dei Campioni.
Il fato cattivo, gli fece saltare interamente la stagione 89-90, giocò solo la finale di Vienna e la stagione successiva (l’ultima di Sacchi) fu impattante nella finale di Supercoppa Europea, con un gol di testa alla Sampdoria.
Arrivò Capello, Ruud con il tecnico friulano fu odio e amore, vinse altri due campionati con gol decisivi, nel novembre 1991, una doppietta alla Doria campione d’Italia nello 0-2 a Marassi.
Il gol nel derby del 1993, che spense le velleità nerazzurre di prendersi lo scudetto che un tiro ad incrociare. Come scritto prima i rapporti con Capello si deteriorano, prima di uno Juve-Milan 0-1 (novembre 1992), Gullit e il tecnico vennero alle mani, la rottura definitiva, avvenne il 26 maggio con l’esclusione dalla finale di Monaco con il Marsiglia.
Andò alla Samp più stravagante di sempre, realizzò con Mancini 16 reti, vinse una coppa Italia, il Milan lo riprese nel 1994. Tempo di vincere con un suo gol (contro la Doria) la Supercoppa Italiana, ma con i senatori il rapporto era ormai ai minimi termini.
Così ritornò alla Sampdoria e con i rossoneri si chiuse definitivamente, con 171 presenze 56 reti e 12 trofei alzati.
Autore M.An
