Il tecnico rossoneri si racconta all’edizione odierna della “Rosea”, nel giorno del suo 71° compleanno
Nel giorno dei suoi 71 anni, Adriano Galliani è stato intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport‘. Queste le parole dell’amministratore delegato rossonero, nonché vice-presidente: “La mancata qualificazione alla Champions League per il terzo anno di fila non sarebbe la fine, ma comunque un insuccesso sportivo – ha dichiarato -. Crediamo possa essere un Milan in grado di competere per i primi tre posti. E’ un Milan profondamente cambiato: allenatore, staff, tecnico, modulo, ci sono dieci giocatori nuovi tra acquisti, rientri e promozioni dalla Primavera. Regalo di compleanno? Mi piacerebbe ricevere una stagione lieta per il Milan, con qualificazione alla Champions. Il peggiore periodo della mia carriera in rossonero? Due anni fa, quando avevo annunciato le dimissioni, ma nella vita bisogna guardare avanti e non pensare al passato. Adesso si è ricreata una situazione normale, con il nuovo assetto deciso dal presidente Berlusconi. L’abbiamo accettato e condiviso, anche se per quanto riguarda me, con un po’ di fatica. Adesso con Barbara c’è piena sintonia, le auguro di realizzare tutti i suoi sogni. Buonuscita? E’ una cattiveria, io non sono un dipendente del Milan, ma un amministratore. E un amministratore non ha nessuna buonuscita quando va via”.
Su Maldini: “I rapporti sono buoni, Paolo è la leggenda del Milan. Non ho mai avuto alcun problema con lui e non c’è nessuna preclusione nei suoi confronti. Gli avevo offerto la direzione del settore giovanile con ampia autonomia, ma ha rifiutato”.
Su Pirlo: “Lasciare andare Andrea è stato il peggiore sbaglia della mia gestione: errore in compartecipazione con altri, ma non mi chiede chi…”.
Su Mihajlovic: “La scelta di Mihajlovic è un segnale di discontinuità con il recente passato. Ha le caratteristiche che servono oggi a Milanello. Mi ricorda Capello. Nella cena ad Arcore, insieme al presidente e l’allenatore, abbiamo concordato il modulo, il 4-3-1-2, quello della storia del Milan da Sacchi in poi. Così abbiamo scelto di avere due punte d’area, come Bacca e Luiz Adriano, spostando così Menez sulla trequarti e provando El Shaarawy alla Di Maria. Stephan era d’accordo, ma poi è arrivata l’offerta del Monaco e ha preferito andare”.
Su Berlusconi: “Con il presidente ho un rapporto antecedente al calcio, che risale al primo novembre 1979. Siamo sempre stati in sintonia, ci parliamo moltissimo, e ci troviamo d’accordo. Il presidente è democratico, non fa valere il suo ruolo, cerca sempre di convincermi ragionando. Berlusconi è infinitamente migliore di come viene descritto dalla stampa. La scelta che ho più difeso con lui è stata la conferma di Allegri nell’estate 2013. Poi fu esonerato, stavamo andando molto male in campionato, ma avevamo comnque superato il girone di Champions, come sempre in questo secolo”.
Sul Milan ideale: “Scelto in base a quello che i giocatori hanno dato al Milan, partendo dalla difesa ovviamente. Tassotti, Costacurta, Baresi, Maldini, in porta Rossi per il suo record di imbattibilità. Kakà trequartista, in avanti la coppia Gullit–Van Basten, ma mi concedo due parentesi citando Shevchenko e Inzaghi. Regista Pirlo, interni Rijkaard e Seedorf. Allenatori Sacchi, Capello e Ancelotti“.
@PepLandi