Il Milan vince il derby e contro il Sassuolo ai rigori, ma è un Trofeo TIM dalla doppia faccia.
Il Milan è come un’immagine riflessa allo specchio. Solo che una è bella e piacevole, l’altra sembra deformata e brutta. Partiamo dal derby. Una squadra, la squadra titolare, che controlla il gioco, costruisce azioni e pur rimanendo in 10, dopo l’espulsione di Alex, riesce a dominare l‘Inter di Mancini, concedendo davvero poco. E sono due, i derby vinti, giusto per ricordare. La grande soddisfazione e sorpresa è Bacca, nominato anche MVP del torneo. Veloce, attento, preciso, grintoso. Non voglio immaginare insieme ad Ibra cosa verrebbe fuori lì davanti. Poi arriva il momento di Romagnoli. Un momento emozionante. Chissà per lui, con quel 13 sulle spalle. E subito i ricordi tornano alla mente, soprattutto quando, puntuale e presente, salva un goal fatto sulla linea. Alla Nesta, appunto. Un esordio che mette a tacere le malelingue che lo pensavano troppo caro e strapagato. Come se li pagassero loro, i giocatori. Ancora delle sviste difensive, ma un netto miglioramento. Sarà che quando abbiamo davanti i colori nerazzurri, diamo il meglio. Se il campionato fosse fatto solo di derby, avremmo già cucito il 19° tricolore. Honda non pervenuto. Qualcuno tolga quel 10 dalle sue spalle.
Cambia la musica nella ripresa contro il Sassuolo. Dentro Cerci, Matri, Abate, Montolivo e Nocerino, che nonostante il goal dell’ultimo secondo, conferma quanto la squadra titolare non debba essere questa. Suso in crescita e De sciglio in discesa. Il giorno in cui avremo un vero terzino, sarà un miracolo. Non saranno i rigori a decidere quanto valga questo Milan. Abbiamo capito quale squadra deve giocare, quali giocatori mettere in campo e quali no. Si è abbassato il livello dell’avversario, ma anche il livello del Milan è sceso in maniera direttamente proporzionale. Ottimo Donnarumma, che pareva perso e timido nei rigori in Germania e oggi invece, parandone due, ha dato prova di cattiveria e grinta. Trofeo vinto, squadra quasi promossa. E per favore, non fate più tirare rigori a Montolivo.
Valentina Bergero