A meno di un giorno dalla chiusura della sessione estiva di mercato, la trattativa per il belga Axel Witsel sembra a un ottimo punto, ma il giocatore serve davvero al Milan?
Fermiamoci un attimo e facciamo un analisi; E’ passato un giorno dal match della seconda giornata di campionato Milan-Empoli, i rossoneri hanno vinto, il risultato è arrivato, ma il gioco visto in campo è stato disastroso. Il Milan è stato impreciso, senza una minima idea di gioco e per la maggior parte della partita è stato dominato dall’Empoli di Marco Giampaolo, ottima squadra ma con obiettivi ben diversi. La domanda che tutti si sono posti il giorno dopo è: Ma qual è il problema? La risposta è abbastanza ovvia e scontata, manca un centrocampista di qualità, uno alla Witsel per intenderci.
Ieri sera si è fatta notare la mancanza di fluidità in mezzo al campo, la squadra sembrava divisa in 2: da una parte la difesa, dall’altra i due attaccanti abbandonati dall’invisibile Suso. Manca un giocatore che possa fare da collante tra le due “parti” della squadra.
A meno di 24 ore dalla fine del mercato il nome di Witsel, insieme a quello di Diego Perotti, risuona nelle orecchie dei tifosi rossoneri. La trattativa sembra un buon punto, il Milan è disposto a spendere i soldi richiesti, Witsel vuole solo Milano, lo Zenit è propenso ad accettare l’offerta dei rossoneri.
Ma serve veramente al Milan? La risposta è si, a mio parere è il suo l’identikit perfetto del giocatore che serve al Milan. Axel Witsel è stato vicinissimo al Milan, qualche anno fa, quando la telenovela di mercato era il Mister X dagli occhi cerulei, quando poi fu preso quell’Antonio Nocerino capace di arrivare in doppia cifra, un altro giocatore rispetto a quello di oggi. Oggi, pagando circa 15/20 milioni in più, Witsel sembra ancora una volta vicino a vestire la maglia rossonera. Se arrivasse lui, magari insieme a Perotti dal Genoa, il gioco migliorerebbe senza ombra di dubbio. Witsel sarebbe perfetto come playmaker, come giocatore da mettere davanti alla difesa, capace di costruire gioco, con Nigel De Jong al suo fianco a fare da diga e un giocatore come Bertolacci, o Bonaventura ad inserirsi in fase offensiva. La spesa è ovviamente alta, ma se si vuole vincere, la rifondazione è necessaria. Non ci resta che aspettare e sperare, saranno ultime ore di fuoco.
Pasquale Conte