Higuain al Milan è realtà. Le ragioni e le riflessioni di un mercato imprevedibile

di STEFANO RAVAGLIA

 

Tempo di vacanze e di code in autostrada. Più o meno come ogni anno, e nel caso del calciomercato esattamente come dodici mesi fa. Sembra ieri che Bonucci varcava le porte scorrevoli di Casa Milan nel tripudio della gente rossonera che, in assenza di titoli da festeggiare, giubilava di festa per aver fatto uno sgarbo alla Juventus pluridecorata. Il calciomercato sta producendo quanto di più impensabile si potesse immaginare. Arrivato coi gradi di capitano, di Bonucci un anno dopo restano solo molte magliette vendute, che ora faranno la fine più disparata. Lo scambio articolato con Higuain e soprattutto con Caldara, è cosa fatta dopo tanto tribolare. Il capriccio del numero 19 è stato soddisfatto: come un marito pentito di aver tradito, molla l’amante e si riconcilia con la propria moglie. Valutando con calma e lucidità la questione, un anno fa qualcuno era in vena di fare proclami scudetto (eddai su, mascherine), salvo poi vedere il Milan faticare ad arrivare sesto, e l’unico scudetto conquistato risultò quello sotto l’ombrellone, come recitava un coro delle curve agli avversari; al netto del giusto entusiasmo, ogni anno è però parso peggio del precedente, per cui non esistono certezze. e solo il campo sarà giudice impietoso come lo fu l’anno passato. Ma vuoi vedere che, magari senza attendersi miracoli, è la volta buona che qualche soddisfazione in tal modo arriverà?

Caldara sembra un buon innesto, fermo restando che la Juventus ha sorpreso un po’ tutti nel disfarsene così. Riesce comunque difficile pensare che una dirigenza così all’altezza come quella bianconera, non abbia valutato i pro e i contro della questione senza un tornaconto. A 24 anni non puoi essere una promessa, bensì sarà obbligatorio che il ragazzo diventi una certezza in pianta stabile, come accade senza problemi in altre parti d’Europa, dove a quell’età hai già raccolto tanto di quello che hai seminato. Con Higuain abbiamo trovato un attaccante di sicuro livello, il bomber da almeno 20 gol che ci si aspetta risolva i problemi della doppia cifra, raggiunta l’anno passato da Cutrone all’ultima di campionato contro la Fiorentina dove segnò il nono e il decimo gol; normale anche che Higuain chiedesse più soldi, dato che a 30 anni può essere ragionevole pensare di strappare l’ultimo buon contratto della carriera, soprattutto dopo il benservito di un club al quale il “pipita” ha regalato due scudetti con 55 reti, alcune delle quali a Roma e Napoli, dirette concorrenti per il titolo. Per Bonucci condanniamo gli squallidi insulti dei soliti “haters” da social network: semplicemente, nonostante le speranze di 12 mesi fa, il Milan non era né il suo ambiente né un passo avanti in carriera, cosa inevitabile se passi da sei scudetti e due finali di Coppa dei Campioni a una società che non ha né capo né coda dietro le quinte e della quale i suoi problemi si riflettono sul campo. Ma quella sera di aprile, a Torino, nel settore ospiti dello Juventus Stadium, molti tifosi sono andati in brodo di giuggiole quando si è avverata nuovamente la mitica legge del gol dell’ex. Non dimentichiamo.

E Leonardo? Un uomo intelligente, parla cinque lingue e non è stupido. Ma mitizzarlo proprio no. Anche Fassone e Mirabelli l’anno scorso erano idolatrati come la Thatcher quando sconfisse gli argentini alle Falkland, ma se il metro di giudizio per essere ritenuto un buon dirigente è fare uno o due acquisti che fanno piacere al popolo, non lo riteniamo sufficiente. Certo, Kakà lo prese lui (e anche altri, per la verità) ma parliamo del 2003, di un altro Milan e di un’epoca fa. Poi si è perso tra commenti tecnici in tv, nove mesi di squalifica al PSG, e l’Antalyaspor (?) che ha “allenato” fino a qualche mese fa. Il curriculum va sinceramente rimpolpato, ma Higuain è il primo colpo in canna, sparato bene. Bersaglio centrato e nuovo Milan quasi pronto. Fosse la volta buona per un rilancio? Diciamolo sottovoce. Partire a fari spenti è il miglior modo per abbagliare tutti quando ci sarà da fare sul serio.

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