Vantaggio dei greci, settanta minuti di errori e disordine. Poi, dalla panchina, arrivano i gol e gli assist

 

di STEFANO RAVAGLIA

 

Mettere fieno in cascina per non avere sorprese in un girone abbordabile. Il Milan scende a San Siro nell’esordio casalingo europeo contro l’Olympiacos, in un remake della sfida ormai molto datata: Coppa dei Campioni 1959-60, a Milano finì 3-1. Torna Higuain, seppur non al 100%, e il portiere di Coppa è ancora una volta Reina mentre a centrocampo fuori Kessié e dentro Bakayoko, che parte da titolare così come aveva fatto a Dudelange lo scorso 20 settembre. I greci hanno perso l’ultima partita di campionato con il Paok e sono attesi dalla sfida all’AEK di domenica. Dunque, Pedro Martins, il tecnico portoghese dell’Olympiacos, si affida al turnover in attesa di risolvere il problema del gol: nessun giocatore in campionato ha segnato più di una rete sino a questo momento. In mezzo al campo una vecchia e nobile conoscenza del calcio inglese: Yaya Touré, che torna a giocare dopo un mese di stop. Al quinto ecco il primo sussulto: sul cross di Suso, Bonaventura si avventa sul pallone girando di testa. A porta vuota insacca Castillejo, ma in fuorigioco: lo spagnolo si prende gli improperi del compagno, ma anche senza il tocco del numero 7 la palla non sarebbe entrata. I ritmi sono lenti, il possesso palla è del Milan che prova con Suso e Biglia a imbeccare gli attaccanti, ma in prossimità del quarto d’ora succede il patatrac: cross dalla e Miguel Angel Guerrero, ex Leganes, gira di testa in porta battendo un altro iberico, Reina: 0-1. Quarta rete in Europa per lo spagnolo (l’Olympiacos era partito dai preliminari). Subito a sorpresa il gol dello svantaggio, ci si aspetta una reazione immediata degli uomini di Gattuso, ma è l’Olympiacos che inizia a governare il gioco e a palleggiare. Dopo un tiro a lato di Nauel Leiva servito a Yaya Touré, il Milan prova a riequilibrare il possesso e torna nella metà campo avversaria. La manovra però è lenta e prevedibile, i cross di Calabria sono dozzinali e Higuain non ha suggerimenti adatti. Il gioco compassato favorisce i greci, fisicamente più adatti a reggere i ritmi bassi. Il Milan dovrebbe fraseggiare più stretto e velocizzare il gioco, e alla mezz’ora su una sponda di Bakayoko i rossoneri conquistano un prezioso calcio di punizione dal limite che Higuain calcia forte ma troppo alto. L’argentino ha una occasione migliore cinque minuti dopo quando dentro l’area calcia addosso al numero uno José Sà. Più pretenziosa la conclusione di Bakayoko un paio di minuti dopo, altissima. Il Milan gioca spesso con le palle alte senza rendersi conto che è un tipo di gioco che galvanizza gli ospiti. Su uno di questi ennesimi traversoni però, al quarantesimo, Castillejo sfiora e il pallone termina fuori di poco. Il tempo si chiude con Zapata che salta di testa da buona posizione su un angolo dalla destra, senza però centrare la porta.

Nessun cambio nella ripresa, che inizia con Bakayoko che perde un sanguinoso pallone ma i greci non ne approfittano. Suso sempre nel vivo del gioco prova al 5° un sinistro che finisce sull’esterno della rete. Nessun furore in questo inizio di secondo tempo, per cui dalla panchina si corre ai ripari. Fuori Bonaventura e Castillejo (pessima la sua prova) e dentro Cutrone e Calhanoglu, che al primo intervento si fa ammonire. Il Milan mantiene il 4-4-2 e Gattuso intima il numero 63 di giocare vicino al Pipita. Higuain pare l’ancora di salvezza: rientra, ribalta il fronte d’attacco, salta l’uomo e cerca i compagni, caricandosi la squadra sulle spalle. L’Olympiacos nel frattempo trotterella e cerca di mordere al momento giusto: su un cross dalla sinistra questa volta Guerrero tocca il pallone ma non trova la deviazione verso la porta, in una azione quasi fotocopia del gol. Stessa cosa che accade poco dopo dall’altra parte: sull’ennesimo traversone di Suso è Cutrone a non arrivare per un soffio sul pallone. Biglia e Bakayoko appaiono in grande difficoltà: la coppia dei centrali di metà campo è spiantata, lenta e incerta. Quando le cose paiono volgere per il peggio, però, ecco il solito protagonista: su un gran traversone dalla sinistra di Calhanoglu, Cutrone incorna di testa e pareggia. Esultanza scatenata dell’attaccante sotto al settore occupato dalla curva Sud. L’impronta dei titolari sulla gara del Milan è gigantesca: a un quarto d’ora dalla fine Suso fa viaggiare Calhanoglu che serve Higuain. Dribbling in area, e José Sà bucato per il 2-1. Tre minuti dopo, palla al centro ancora del turco e ancora Cutrone si avventa come un falco per il 3-1. Per lui, ottavo gol europeo in assoluto con la maglia del Milan. I tremila greci presenti al terzo verde, dopo tanto chiasso, non cantano più. La loro squadra, allungata e con la possibilità non sfruttata di poter sfruttare meglio i contrattacchi a disposizione, è stata punita. Nel frattempo è entrato anche Borini, che calcia sull’esterno della rete un buon suggerimento di Calhanoglu che allo scadere stampa sul palo il possibile 4-1. Ciò che salta all’occhio in questa faticosa serata nella quale il Milan era in svantaggio sino a 20 dalla fine e riesce poi ad avere la meglio, è la poca affidabilità dei giocatori di rincalzo: in questo momento, a tirare la carretta ci pensano i soliti. Con tre competizioni e tanti mesi ancora da giocare, Gattuso si augura che tutta la rosa dia le risposte che cerca.

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