Di Giuseppe Vitale
La classifica resterà ancora affissa sulle pareti di Milanello, il messaggio palese lanciato dal tecnico rossonero dopo la sfida contro la Juventus rimbomba ancora. Il pareggio interno contro il Napoli non si può identificare propriamente come un antidoto alla causa del diavolo, eppure per il mood del mondo a tinte verticali rosse e nere, questo punto in una partita di cartello risulta essere un toccasana.
Proprio perché in termini di prestazioni e di qualità si può percepire una crescita che la squadra sta compiendo, proprio perché il continuo perdere partite, stava complicando la fragile tranquillità emotiva dell’ambiente. L’allenatore Parmigiano ha rattoppato i fori di una barca che imbarcava acqua pericolosamente, riparando i caotici primi mesi di lavoro che il suo predecessore aveva accartocciato come una pallina di carta e lanciato nel cestino come il miglior fancazzista.
Ecco che allora la disfatta contro la Lazio, seppur molto amara, aveva trovato in noi qualche briciola di speranza, perché la squadra aveva tenuto botta per più di un’ora contro un avversario dai ritmi elevati, considerando anche l’impegno affrontato due giorni prima contro la Spal.
La sconfitta di Torino aveva confermato le nostre timide impressioni ottimistiche , tramutatesi in fiducia per un gruppo che ha tenuto testa per tutta la gara alla capolista.
Ci voleva una prestazione importante contro gli uomini di Carlo Ancelotti per convincerci a credere ancora in qualcosa, guardando alle prossime tappe con un pizzico di positività in più, perché non saranno di certo scontri agevoli, ma lasciano illuderci a weekend migliori , se le prestazione del Milan continueranno ad essere quelle viste contro questi avversari “ illustri”.
La priorità è quella di migliorare subito la classifica, scrollandoci di dosso ogni paura macabra che bussa alle nostre spalle di nero vestita e con una falce in mano. Arrivando al mese di gennaio verso oasi fresche dove poter dissetarci in questo nostro deserto arido, sperando in rinforzi importanti, magari proprio quel cavallo vincente nativo svedese già noto al pubblico del Meazza.
Potrebbe essere ancora in grado di portarci al galoppo verso terre Europee, dove il tifoso rossonero spera di poter tornare realmente, senza dover stropicciarsi gli occhi e accorgersi che le immagini che gli appaiono davanti , sono soltanto frutto di dolci ricordi.