Incertezze sul rifinanziamento del prestito e rinvio a giudizio a metà giugno. Pericoli? Multa o esclusione dalle Coppe

di STEFANO RAVAGLIA

 

Finita la stagione, non i tormenti. Il Milan non poteva essersi certo scordato della questione finanziaria in sospeso: per una squadra che in campo ha centrato l’Europa, c’è una situazione societaria ancora in bilico. L’appuntamento di ottobre per il rifinanziamento dei 303 milioni prestati da Elliott, è sempre più vicino, ma al momento è remota che tutta la tranche venga restituita. Nel frattempo che succede? Dopo aver bocciato a dicembre il voulontary agreement, la Uefa dice no anche sul settlement. Il pannello di controllo giudicante ha posto il veto sulla solidità del patrimonio di Yongong Li e sulla stessa possibilità di restituire il denaro prestato dal fondo americano.

A questo punto i possibili scenari potrebbero essere una cospicua multa financo alla esclusione delle Coppe. La seconda ipotesi non è da escludere: se il Milan è stato “rinviato a giudizio” come specifica della Uefa, di certo l’annullamento della qualificazione all’Europa League sarebbe ipotesi da non scartare. Quanto dovrà soffrire ancora il popolo rossonero? In un calcio dove si parla sempre meno di campo e sempre più di ciò che accade fuori, pare proprio impossibile che si trovi pace. Tutto è ancora da verificare, comunque: a metà giugno la Uefa si pronuncerà nei fatti, seppur questi venticinque giorni di attesa saranno deleteri per il mercato. Quindici/venti milioni di multa saranno sufficienti? Possibile, ma attendiamo. Di certo, alla Uefa forse conviene tenersi stretto un club come il Milan, che ricomincia ad andare in Europa con continuità. Ragionamento malizioso e opportunista, ma in questi casi è opportuno attaccarsi a tutto.

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