Il Tasso arriva a 61 primavere…

DI MATTEO ANOBILE

Un bruco che diventa farfalla, potrebbe essere la storia di Mauro Tassotti, nativo di San Basilio in una delle (difficili) periferie romane.
Cresciuto nelle giovanili della Lazio, nel 1980 arrivò al Milan con quei riccioloni rigogliosi, pareva un po’”Afro”.
Difensore (terzino destro) rude, un diamante grezzo che il Barone ha lavorato, per far si che si trasformasse in uno dei piu’ luccicanti diamanti.
Si racconta che il buon Nils lo facesse palleggiare per ore contro un muro, la costanza diede i suoi frutti.
Dal 1988, assieme a Baresi,Galli,Costacurta e Maldini crearono un meccanismo difensivo perfetto, fecendo incetta di trofei.
Tassotti per Sacchi e Capello divenne un punto di riferimento imprescindibile.
Il 18 maggio 1994 da capitano alzò al cielo di Atene la 5° Coppa dei Campioni della storia milanista. Il Milan gli entrò nelle vene, tanto che da allenatore vinse due Viareggio e divenne il fido scudiero di Ancelotti.
A Manchester e ad Atene era affianco al suo ex compagno di squadra a dare saggi consigli.
Dopo 36 anni di Milan, si è dedicato a fare il consigliere di Sheva nella nazionale ucraina.

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