Raiola ha lo scopo di trasferire i calciatori al fine di monetizzare principalmente per sè.
Inutile girarci intorno, l’obiettivo di Raiola è quello di spostare i calciatori al fine di lucrare un immediato guadagno quanto più alto possibile.
Il giochino funziona specialmente con i calciatori prossimi alla scadenza del contratto, vedi Donnarumma o con quei calciatori che possono essere ceduti a cifre altissime con percentuali di ricavo molto alte già previste nei contratti di compravendita ovvero di procura, vedi Pogba.
Raiola, secondo Football Leaks, avrebbe incassato una commissione record di 48 milioni di euro per il passaggio di Pogba dalla Juventus al Manchester United e ora mira a realizzare un altro grosso affare col “malcapitato” Donnarumma.
Dico “malcapitato” poichè, a quanto se ne sa, il giovane 99 non avrebbe alcuna intenzione di lasciare il Milan e a più riprese avrebbe tranquillizzato al riguardo l’A.C. Milan nelle persone di Fassone e Mirabelli, rispettivamente, Amministratore Delegato e Direttore Sportivo del Club di Via Aldo Rossi.
La decisione del portiere si è però scontrata con i “calcoli” dell’agente Mino Raiola il quale da un rinnovo di contratto avrebbe percepito una commissione certamente inferiore a quello che viceversa incasserebbe da un trasferimento del calciatore, nell’estate del 2018, a parametro zero.
Senza firma sul rinnovo del contratto Raiola diventa l’effettivo proprietario del cartellino del calciatore e, fin da gennaio prossimo, è libero di cederlo al miglior offerente; chi più alza la posta nei suoi confronti ha più possibilità di far suo il calciatore.
In pratica, invece di incassare la società di appartenenza, incassa Mino Raiola.
Certo, in tutta questa situazione il giovane calciatore non è esente da colpe, nè tanto meno lo è la sua famiglia che, tutti soggiogati da Raiola decidono secondo le volontà dell’agente e non di quelle effettive del calciatore che, vale la pena ricordarlo, ha compiuto 18 anni lo scorso 25 febbraio e avrebbe bisogno di maggior tutela da parte dei suoi familiari e non da parte di una avido e calcolatore procuratore.
Tutto questo è possibile poichè le normative in vigore non tutelano le società di appartenenza.
Ci si lamenta, specie in Italia, che le Società di calcio non “lancino” i giovani come in altre Nazioni ma che preferiscano affidarsi a calciatori “maturi” o provenienti da altre Federazioni.
Il caso Donnarumma è esemplificativo quanto nessuno al fine di giustificare detti atteggiamenti da parte delle Società calcistiche, infatti, fino al compimento del diciottesimo anno di età, le Società di calcio non possono fare sottoscrivere ai propri ragazzi contratti di lunga durata ma, al massimo, di tre anni.
Si corre così il rischio, come nel caso Donnarumma, che l’atleta arrivi a 18 anni dopo essere stato cresciuto, coccolato e magari come nella fattispecie lanciato in prima squadra ed idolatrato dai propri tifosi, di trovarsi con un pugno di mosche in mano ed in preda agli avidi desideri di un procuratore senza scrupoli, vale a dire il Raiola di turno.
A nulla serve discettare sulle ragioni e sui torti, sui termini e modi della conduzione della trattativa, sulla grandezza e sui programmi di un club; qui è tutto un discorso di “commissioni” cioè di soldi che entrano in tasca al procuratore, Raiola, dal trasferimento del calciatore.
Donnarumma ha 18 anni, ha avuto proposto un contratto di 5 milioni all’anno a salire, ci metta la faccia, lui e i suoi genitori dicano a Raiola che lui vuole continuare ad essere un simbolo fino a diventarne bandiera del Milan, faccia come Hamsik che pur di diventare bandiera a Napoli ha mollato Raiola nel 2012 e miri a diventare come Totti. Non come tutti.
Sandro Cerisano