Dopo tanti risultati positivi che avevano ridato fiducia e animo ai tifosi, ora il Milan è reduce da diversi passi falsi. Sei partite senza vittoria che hanno fatto sfumare il sogno Champions e che rischiano di compromettere anche la qualificazione diretta alla prossima Europa League. La clamorosa sconfitta, in casa, contro il Benevento ha portato parecchio malumore e parecchia tensione all’interno del club di Via Aldo Rossi, che nel frattempo, nelle figure di Fassone e Mirabelli, pensa e progetta la squadra della prossima stagione.

Ma secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina, dalla Cina arrivano indiscrezioni che vorrebbero la proprietà, con a capo Yonghong Li, parecchio stizzita per l’ultima brutta sconfitta e, più in generale, per come è stata condotta la stagione da parte della dirigenza. Anche il fondo di investimento americano Elliott, che vuole tutelare il proprio investimento, starebbe pensando ad un cambio dirigenziale, ad un nuovo corso tecnico con l’obbiettivo di rafforzare il management sportivo. Per questo motivo, sono state elaborate due soluzioni. La prima vorrebbe un altro manager a fianco di Massimiliano Mirabelli. La seconda, molto più drastica, vorrebbe il taglio dello stesso Mirabelli, con un nuovo direttore sportivo che prenderebbe il suo posto.

Probabilmente è ancora troppo presto per arrivare a certe soluzioni. Ma sul fatto che la stagione rossonera sia stata gestita male è un dato di fatto. Un Milan che, in campo e fuori, si è svegliato troppo tardi, quando ormai la frittata era stata fatta. La sconfitta con il Benevento ha messo in discussione tutto il progetto rossonero, anche se non è un mistero che serva tempo per costruire una squadra vincente. L’esempio sono Manchester City e PSG che, nonostante i tanti milioni spesi dalle società, nessuno di loro ha raccolto i frutti sperati al primo anno. Stesso discorso che può essere fatto per i rossoneri, ma a differenza di City e Paris Saint Germain, il Milan rischia addirittura di non qualificarsi alla prossima Europa League. Soluzioni drastiche o meno, l’importante è che si faccia il bene del Diavolo.

Alberto Felchilcher

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