Arrivato in rossonero per folgorazione di Maldini, non ha folgorato Pioli.
DI MATTEO ANOBILE
Era una notte di inizio autunno 2020 e il Milan ha sconfitto a San Siro i norvegesi del Bodo Glimt. Tra i quali giocava un trequartista di nome, Jaen-Petter Hauge. Con il suo talento aveva messo a soqquadro la difesa milanista, fortunatamente il piede caldo di Chalanoglu e Colombo hanno qualificato il diavolo (3-2) alla partita successiva. La quale è diventata mitologica, contro il Rio Ave vinta 10-9 ai rigori.
Hauge arriva al Milan, con pazienza aspetta il suo turno, Pioli lo “vede” come esterno sinistro nei tre dietro Ibra. Nel girone d’andata in campionato gioca 12 partite, di cui 9 da subentrato e 3 dall’inizio venendo poi sostituito. Lascia la sua griffe nel gol finale del 1-3 al San Paolo con una doppia finta, una rete d’autore. In Europa League si diverte nel girone, 3 reti con un alto coefficiente di spettacolarità.
Nel ritorno le cose sono poi precipitate, Pioli lo ha escluso nella fase finale di Europa League (per farlo riposare!!). In campionato non va meglio, solo 6 presenze da subentrante con un gol non semplice contro la Samp.
In totale 24 presenze e 5 reti, una sola partita (in Europa League) giocata interamente. Per il resto, 18 apparizioni da subentrante e 5 dal primo minuto.
Probabilmente il mister non lo reputa pronto, ma in questo finale drammatico, probabilmente avrebbe fatto piu’ comodo di altri.