Fino a 5 anni fa si divideva tra calcio, autobus e bancone del mercato, oggi segna una doppietta in finale di Europa League e aspira a diventare una stella mondiale. Questa è la storia del nuovo acquisto rossonero

Non si può che provare simpatia per Carlos Bacca leggendone la storia. Il percorso del bomber nato a Puerto Colombia, hinterland di Barranquilla, l’8 settembre 1986, parte da un bancone di pesce fresco e passa per un autobus, dove il giovane Carlos lavora come controllore per racimolare soldi utili da affiancare alla parallela attività da calciatore. Come se non bastasse, il bancone del pesce è quello di suo padre è spesso il suo aiuto è fondamentale per poter portare soldi a casa e Carlos non si tira di certo indietro se c’è da dare una mano. Un giocatore che quindi conosce il significato della parola sacrificio e che fin da subito guadagna quell’umiltà che gli consente sempre di lavorare sodo e di mostrare a tutti la propria voglia di rivalsa. Un’umiltà che gli permetterà di scalare man mano i tortuosi gradini della scala del calcio. Ed il percorso non è ancora finito.

GLI INIZI – Entrato fin da tenerà età nel prestigioso vivaio dell’Atletico Junior di Barranquilla, una delle squadre più titolate della Colombia, il giovane Carlos riesce a farsi tutta la trafila del settore giovanile prima di essere mandato in prestito al Barranquilla FC, piccolo club di Seconda Divisione che rappresenta la prima tappa nel “futbol” dei grandi. 12 gol in 27 gare nel campionato 2006, mentre l’anno dopo lo vuole, sempre in prestito, il Minerven, squadra della seconda serie del vicino Venezuela. Sempre nei bassifondi del calcio sudamericano Carlos non delude e replica le 12 reti dell’anno precedente. L’anno dopo ecco il ritorno al piccolo Barranquilla per la stagione che ne segna il destino: 14 reti in sole 19 presenze. E’ la stagione che convince l’Atletico Junior  a puntare su di lui e la scelta si rivelerà decisamente azzeccata. 12 gol in campionato nel 2009, prima stagione al Junior, e soprattutto 11 gol nella Copa Colombia, reti che ne fanno il capocannoniere della competizione. Ma è il 2010 l’anno di svolta per la carriera del “Peluca“. 18 reti che permettono all’Atletico di conquistare il sesto titolo della propria storia, bissato l’anno dopo ancora grazie ad un Bacca strepitoso, autore della cifra record di 20 gol. A questo punto l’Europa non può più aspettare.

NEL VECCHIO CONTINENTE – A puntare su di lui è il Club Brugge, gloriosa squadra belga che vuole tornare sul trono di un campionato dominato dallo strapotere dell’Anderlecht. Accolto con un iniziale scetticismo nel gennaio 2012, i primi 6 mesi sono puro ambientamento, con 10 presenze e 3 gol. Nella stagione seguente il tecnico George Leekens decide di dargli totale fiducia, venendo ampiamente ripagato. 28 gol in 45 gare, titolo di capocannoniere del campionato belga e di miglior giocatore, una stagione trionfale che ne cattura l’interesse di quel fenomeno di Monchi, ds del Siviglia in cerca di volti nuovi per l’attacco. Per 7 milioni Bacca approda in Andalusia, dove nel corso della prima stagione si rivela subito deciso con 14 gol in campionato e 7 in Europa League, competizione dove i bianco-rossi trionfano ai danni del Benfica. Nell’ultima stagione, ecco arrivare l’esplosione: 20 gol in campionato ed altri 7 in Europa League, tra cui la doppietta che in finale stende il Dnipro e consente agli andalusi il bis in coppa ed il passaggio in Champions League. Ed ora ecco i 30 milioni investiti dal Milan, una cifra enorme per uno come lui, che sa più di molti altri colleghi qual è il valore di questi soldi. L’esultanza sfrenata al fischio finale della scorsa Europa League rappresenta la felicità di un uomo che sa di aver lavorato duro per il conseguimento di obiettivi che apparivano irraggiungibili. Ora quella stessa umiltà deve essere utilizzata per segnare i gol che possono risollevare uno dei club più più titolati del mondo. Per il bomber “operaio” non c’è sfida migliore.

Enrico Cunego

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