Teatro di conquiste nel 1988 e 1992, il San Paolo ha scippato al Milan anche un posto in Champions nel 2008. Quanti densi significati nell’incrocio di sabato sera

di STEFANO RAVAGLIA

 

Il campionato del Milan parte sabato da Napoli. Non proprio un pendio scosceso, considerato il fatto che sei giorni dopo a San Siro arriverà la Roma. Vedi Napoli e poi vinci: 1988, la rimonta, il 3-2, il sorpasso e tutto il resto. Maradona che vuol vedere solo bandiere napoletane ma alla fine, pur segnando un gol da antologia su punizione, si deve arrendere a veder garrire i vessilli rossoneri. 1992, 10 maggio: il primo Milan di Capello ottiene la matematica certezza dell’undicesimo titolo, il primo dopo quattro stagioni di digiuno. E poi, 1996: la testa di Panucci su calcio d’angolo regala al Milan tre punti pesantissimi in chiave scudetto, che arriverà da lì a un mese. A parte i derby d’Italia o le stracittadine, poche partite hanno la storia e il fascino di Napoli-Milan. Negli ultimi sette campionati i valori sono andati via via ribaltandosi, con i partenopei che hanno assunto forza e prestigio a discapito dell’arrugginimento rossonero tra cinesi, closing e una miriade di acquisti sul mercato. Nel 2008, il Milan campione d’Europa deve uscire indenne dal San Paolo se vuole salvare la piazza Champions. Risultato? Tre a uno per gli azzurri, e Fiorentina che arriverà quarta buttando i rossoneri in Uefa.

Ma il San Paolo si è rivelato beffardo anche indirettamente: nel 1982, con il Milan impegnato a Cesena, il Napoli ospita il Genoa. Liguri e rossoneri sono invischiati nella lotta per non retrocedere. Il portiere partenopeo Castellini regala il calcio d’angolo dal quale scaturisce il 2-2 che condanna i rossoneri alla B, nonostante la vittoria in Romagna. Otto anni dopo, con il Milan di Sacchi capofila in Europa e lanciatissimo verso un clamoroso grande slam, perde lo scudetto a Verona a beneficio dei napoletani, in mezzo alle polemiche per la monetina di Alemao a Bergamo, che permise alla squadra di Bianchi di ottenere due punti fondamentali in chiave titolo. Insomma, corsi e ricorsi, lacrime e sorrisi. E poi gli ex: Reina, Donnarumma, Higuain e soprattutto Ancelotti. Al quale il pubblico rossonero pensiamo riserverà, al ritorno, il meritato plauso, con un pezzo di Milan che tornerà a San Siro da avversario. Difficile ancora vedere Carletto con un’altra giacca e un’altra cravatta. Abbiamo finto di abituarci in questi 9 anni lontano da Milano, perché girovagava l’Europa e lo vedevamo così distante. E invece eccolo qui, vicino di casa in un campionato che inizia nel segno di una sfida dalle pagine un po’ ingiallite. Sarebbe bello ritrovare Napoli e Milan insieme a lottare per il titolo, e ciò dipenderà molto dai rossoneri. Che dovranno rientrare nei ranghi, su quei palcoscenici così lontani nel tempo, quando Maradona era una spada di Damocle (Sacchi dixit) ma il Milan era la miglior squadra del mondo.

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