Lo stop dei campionati ha focalizzato le attenzioni fuori dal rettangolo verde, il pettegolezzo sul Milan va sempre di moda

DI  GIUSEPPE VITALE

Sono diversi anni ormai che il tifoso milanista deve sorbirsi risultati mediocri, conditi da gestioni confuse della squadra e incapacità di ripartire con un progetto solido e ambizioso. Come se non bastasse, a mettere il dito nella piaga ci pensano i media  ogni qual volta ci sono delle pause del calcio giocato, dove in assenza di temi da campo ci sono quelli del mercato a far vendere giornali e tenere banco.

Donnarumma sarà stato venduto un numero indefinito di volte, ogni sei mesi, da tre anni a questa parte. Ibra non ha fatto in tempo a vestire nuovamente il rossonero che già è andato via, per non parlare di quei pochi calciatori di cui si può far affidamento tecnico che verranno  ceduti al miglior offerente.

Queste situazioni si ripetono stancamente, complice anche una società che ha contribuito con i suoi silenzi a far sfogare ogni voce e ogni spiffero che toccava l’ambiente Milan, come se non ci fosse un filtro o uno scudo da dover violare.

In questa  attuale emergenza nazionale, le abitudini non sono cambiate sotto questo punto di vista. Quando si parla di calcio, si parla di Milan e si toccano tutti i punti nevralgici del momento, senza tralasciare la questione allenatore e i nuovi nomi per la stagione che verrà.

Il Milan non può e non deve essere vittima del  frullatore di notizie, dove tutti sono pronti a bersagliarlo e sparare a zero. Bisogna ritrovare il rispetto smarrito, bisogna farsi sentire con puntualizzazioni categoriche, perché l’aspetto mediatico nel tempo ha influito su diverse valutazioni  di diverse tematiche, finendo per penalizzare il diavolo.

La tendenza va assolutamente invertita, ogni tanto alzare la voce non farebbe affatto male.

Anche sul virus contratto  dai Maldini c’è stato da chiacchierare, mentre  l’ex capitano rossonero aveva accusato i sintomi fin da Milan-Gonoa, lettura sbagliata. Anche questa volta.

 

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